domenica 1 dicembre 2013

BORN TO DREAM - Verona mette il (I)turbo


Nome: Juan Manuel
Cognome: Iturbe Arevalos
Nato il: 04/06/1993
Nato a: Buenos Aires
Posizione: attaccante esterno

De Chazal diceva che il pensiero viaggia alla velocità del desiderio; un po' come se volere e potere si traducessero in qualcosa di astratto, ma al tempo stesso materiale, un po' come se la velocità fosse l'indice del nostro volere, un po' come se il pensiero fosse alimentato dalla nostra voglia di diventare. Diventare, ma in qualche modo essere già. Perchè abbiamo in corpo quel che potremmo, potenzialmente, essere domani. La differenza la fa il volerlo, più forte degli ostacoli, più forte delle cadute, più forte di tutto. A Verona sono bastati 40 minuti per capire che Juan voleva prendersi il mondo: c'erano determinazione e talento in quella parabola nata per gonfiare la rete. Più che un gol, un messaggio di benvenuto nel mondo di Iturbe; più che una vittoria, una scoperta, 172 centimetri di meraviglie. Ma prima di quell'Hellas - Livorno ce n'è di roba da raccontare: una biografia scritta tra Sudamerica ed Europa, una storia fatta di prendersi per poi lasciarsi, o semplicemente sfiorarsi. Gli inizi con la maglia del Cerro e il debutto in Primera Division a 16 anni preannunciano fuochi d'artificio, salvo poi restare con l'amaro in bocca: il crack argentino - paraguayano rifiuta la proposta di contratto e la società lo mette fuori squadra, Juanito scappa in Argentina e inizia ad allenarsi con l'under 20 albiceleste. E caso diplomatico fu. Sfiora il Gallipoli, passa per il Quilmes e torna a casa. La doppietta all'esordio in Libertadores fa tornare il sereno tra gli azulgrana e, il quasi diciottenne, Iturbo, ma l'addio definitivo è dietro l'angolo: il 1° luglio 2011 viene ufficializzato il suo passaggio ai portoghesi del Porto, per una cifra pari a 4 milioni di euro. 9 presenze, 0 reti e un arrivederci che arriva di conseguenza. La nuova casa del nazionale argentino ora si chiama River Plate, eperienza addolcita da 3 gol in 17 partite. Ma il giramondo col vizio del dribbling non mette radici neanche nel suo paese natale, ritorna a Oporto, prima di volare a Verona. Prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a 15 milioni, briciole se confrontato con le meraviglie che regala in campo il numero 15. Esterno dal piede mancino, che viene, spesso e volentieri, schierato sulla destra per prendersi il centro del campo. Tiratore di piazzati, fantastico in progressione palla al piede, ha tecnica in velocità e regala accelerazioni che rompono i blocchi difensivi. Ha baricentro basso e tratta coi guanti bianchi il pallone, dribbla facile e vede la porta. Può decidere le partite da solo, è sfrontato e gioca con applicazione i tantissimi palloni che gli vengono serviti dai compagni. In una frase: palla a Iturbe e ci abbracciamo. Questo però non l'ha detto De Chazal.

Foto tratta da hellasverona.it




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