sabato 21 settembre 2013

Esclusiva, Intervista a Mino Favini: "Zingonia, l'ambiente ideale per diventare un calciatore professionista"

- (fonte foto: atalanta.it) -
Continuando le sue indagini sul futuro dei talenti del settore giovanile italiano e non solo, la redazione di generazioneditalenti.com ha raggiunto in esclusiva il responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, Fermo Favini detto Mino, per molti addetti ai lavori e dirigenti un punto di riferimento ed un esempio. Di seguito riportiamo l'intervista completa: 



Buongiorno Signor Favini, prima di tutto grazie per la sua disponibilità. Partiamo dal fatto che quest’anno sono stati inseriti in prima squadra altri ragazzi provenienti dal vivaio nerazzurro, oltre a quelli già presenti in rosa. Stiamo parlando di Gagliardini e dei vari ritorni dai prestiti, come Baselli,  Konè, Sportiello. Cosa ci dice in merito?
Sono tutti ragazzi nei quali crediamo, a cui la società aveva pensato bene di far fare un’esperienza in prestito. Avendo terminato positivamente queste esperienze (chi in B, chi in Lega Pro), abbiamo deciso di richiamarli perché sono giovani importanti per noi, anche se l'inserimento in prima squadra deve essere graduale. A questo proposito sono, ad esempio, molto contento che Baselli si stia ritagliando il suo spazio anche nell’Under 21 Azzurra. Per quanto riguarda Gagliardini, invece, specie nell'ultimo anno abbiamo notato una crescita notevole del ragazzo sotto tutti i punti di vista, anche quello dell'altezza, tant’è che ora rasenta il metro e novanta; ha doti tecniche di primissimo piano che deve imparare a sfruttare al meglio. Senz'altro gli manca un po' di esperienza, finora non è stato ancora impiegato ma quanto prima arriverà anche il suo momento.

Come commenta le parole del presidente Percassi che nei giorni scorsi ha dichiarato di voler, nel giro di un paio di anni, inserire otto-nove ragazzi del vivaio in prima squadra? Per citarne alcuni, ragazzi nel giro dell'Under 21 come Gatto, Molina, Zappacosta, che al momento giocano altrove ma di cui l'Atalanta detiene ancora il cartellino...
Abbiamo fuori tanti ragazzi che stanno facendo esperienza in Prima e Seconda Divisione di Lega Pro come pure in Serie B, oltre a quelli che hai citato ce ne sono tanti altri. Io spero che la società sarà attenta nel valutare le loro posizioni e cercherà eventualmente di ampliare la rosa con altri ragazzi formatisi nel nostro settore giovanile.

Prima sosta del Campionato Primavera, prime impressioni di Mino Favini dopo le prime due giornate con i ragazzi di Bonacina in testa a punteggio pieno.
Le prime due gare sono state giocate abbastanza bene, ma è ancora presto per dare giudizi, chiaramente bisognerà aspettare qualche partita più significativa; comunque le nostre squadre hanno sempre una buona espressione di gioco, quindi credo che anche quest’anno i ragazzi si possano togliere delle soddisfazioni.

Uno degli aspetti fondamentali della politica del vostro settore giovanile è quello di scegliere i ragazzi quando sono ancora bambini: sono selezionati soprattutto in Lombardia perché fino a 14 anni non c’è la possibilità del cambio di regione. E’ una politica che può poi rivelarsi molto fruttuosa, perché, per fare un esempio, i ragazzi che hanno disputato la finale del campionato Primavera della scorsa stagione erano insieme praticamente da sempre, a parte qualcuno che è stato aggiunto in un secondo momento.
Sì, erano tutti o quasi ragazzi provenienti dalla nostra attività di base, dalla scuola calcio, seguiti sin da bambini. Questa è una politica che sul lungo termine paga, anche se è normale che ci siano periodi buoni e meno buoni. Io dico sempre una cosa: i talenti non si creano, nascono. Però i buoni giocatori si possono formare: penso che l’Atalanta sia attenta a questo tipo di lavoro per creare dei buoni giocatori che possano poi diventare professionisti.

L’Atalanta è una delle società che investe maggiormente sul settore giovanile, a detta del Presidente circa quattro milioni all’anno. Anche in futuro questo progetto andrà avanti così?
Gli investimenti di cui parli non si riferiscono all'acquisto di giocatori, ma vanno considerati nella misura in cui la società ci offre la possibilità di lavorare in un ambiente ideale. Tu sei mai stato a Zingonia? Avrai notato che ormai è uno dei centri sportivi più belli che esistano a livello professionistico: è un centro sportivo da cui può trarre vantaggio anche il settore giovanile, perchè ti permette di lavorare in un ambiente di un certo tipo. Io dico che per certi versi è un paradiso, per come sono gestiti i campi e tutto il resto. Hai visto le limonaie? E’ incredibile a dirsi, a Bergamo viviamo in mezzo ai limoni. Tutto questo è dovuto al presidente Percassi ed ai mezzi che la società ci mette a disposizione.

Lei ha detto prima una cosa molto interessante i campioni nascono e non si formano. Visto che a Zingonia sono cresciuti giocatori come Gabbiadini, Pazzini, Montolivo, Bonaventura e tanti altri, le chiedo: in questi elementi si intravedevano qualità così importanti sin da quando erano ragazzini?
Sì ma nemmeno Gabbiadini, Montolivo e Pazzini sono fenomeni…sono degli ottimi calciatori di Serie A che sono cresciuti da noi e questa è una cosa che all'Atalanta succederà ancora: ne cresceranno altri! E' chiaro che le qualità di un ragazzo si intravedono già a 15 o 16 anni: poi qualcuno riesce a raggiungere l’obiettivo, qualcun altro magari dimostra meno di quanto può dare, perché forse non vuol capire che chi è nato bravo ha il dovere più degli altri di impegnarsi al massimo per mettere in risalto le proprie qualità.

Mario Pugliese anche agli europei Under 17 ha mostrato il suo grande talento, può essere lui il prossimo gioiello?
Lo spero davvero, è un ragazzo eccezionale per quanto si impegna in campo. E’ un talento notevole per le qualità che ha ma anche per la generosità che ci mette agonisticamente, non solo in partita ma anche in ogni suo allenamento, un esempio da seguire per tutti gli altri.

Lei è una sorta di guru degli osservatori italiani, un esempio da seguire per molti addetti ai lavori… 
(Ride) Sì, per gli anni certamente, sì.
A parte gli scherzi, la sua euforia è contagiosa...complimenti, la voglia non le manca! 
Assolutamente no, è chiaro. Ti possa servire da esempio questo: non più di quaranta giorni fa sono stato operato all’anca perché cominciava a darmi dei dolori. Beh, già da quindici-venti giorni frequento Zingonia senza stampelle ed il dolore è superato. Questo è amore e passione per il proprio lavoro.

Ci parli di Mino Favini da giocatore....
Ero una mezzala, le squadre più importanti in cui ho giocato sono state l’Atalanta 1960-61 e quella 1961-62. Ho avuto l’onore di far parte di una squadra con giocatori del calibro di Nielsen e Maschio: in mezzo al campo aveva un quadrilatero formato da due mediani e due mezzali ed io ero un po’ il "portatore d’acqua".

Con così tanti anni di Atalanta, sia da calciatore che da dirigente, le chiedo quale è stata a suo giudizio la miglior Atalanta di sempre. 
Vivo nella realtà Atalanta da moltissimo tempo, ma non riesco a dirlo. L’Atalanta ha sempre avuto delle ottime squadre e speriamo che anche quest’anno riesca ad ottenere l’obiettivo principale che è come sempre la salvezza, non facciamoci illusioni.

Un’ultima cosa. Lei è molto attento anche alla formazione umana dei suoi ragazzi. A quali aspetti dei loro comportamenti tiene fortemente?
Te li riassumo in tre impegni che i ragazzi devono seguire se vogliono ottenere risultati e che rappresentano per me tre obblighi: prima di tutto la famiglia, che è la cosa più importante della loro vita; in secondo luogo la scuola, che è il loro impegno giovanile e che deve essere portato a termine; il terzo ed ultimo è proprio il calcio, che deve essere approcciato in modo serio se si vuole giocare nell’Atalanta o in una squadra professionistica.

La salutiamo e la ringraziamo, facendole un grosso in bocca al lupo per il suo lavoro.
Grazie a voi.

Filippo Maggi

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