martedì 1 ottobre 2013

ESCLUSIVA - INTERVISTA A TONINO SORRENTINO : "Non dimenticherò mai l'esordio in Coppa Uefa con il Parma"

Ai microfoni di Generazioneditalenti.com Tonino Sorrentino, ex calciatore tra le altre di Parma e Avellino:

Un incidente le ha poi bloccato la carriera passata tra Serie A, con la maglia del Parma, e Lega Pro. Può raccontarci le dinamiche dell’accaduto?
"Purtroppo tempo fa ho fatto un brutto incidente con un quad. E' in corso un contenzioso e preferisco non parlarne, ma nonostante tutto non passa giorno che non ringrazi Dio per essere ancora qui ad abbracciare i miei cari..."

Recentemente, anche ad Higuain è accaduto un piccolo infortunio lontano dal campo. Che idea si è fatto della questione?

"Higuain è stato sfortunato. Ma se sapesse tuffarsi come gioca a calcio, l'Argentina avrebbe molte medaglie in più nei tuffi".

Passando alla sua carriera, qual è stato il momento più emozionante da calciatore?
"Sicuramente il mio esordio in Coppa Uefa con la maglia del Parma contro il Salisburgo, condito da 2 gol. Il momento più sdolcinato, invece, è stato quando abbiamo vinto il campionato con il Sud Tirol e ho portato mio figlio, all'epoca di 6 mesi, in braccio a festeggiare in campo".

La Lega Pro, categoria in cui ha giocato per anni, ha adottato una nuova regola relativa all’età media dei calciatori. Cosa ne pensa?
"Per me è una barzelletta. Quando si fanno le sostituzioni bisogna stare con la calcolatrice in mano, e tantissimi calciatori con grandi qualità sportive sono rimasti senza contratto. Stanno pensando di uccidere il calcio. E forse ci sono già riusciti".

Sappiamo della sua amicizia con Alessandro Marigonda, che insieme a Massimo Tanzillo gestisce l'agenzia di scouting x10. Può dirci di più su questa realtà?
"Conosco Alessandro e Massimo e penso che siano due persone serie. Lavorano con ambizione ed hanno voglia e fame. Sono sicuro che questo progetto darà loro tante soddisfazioni".

Ha in mente di tornare, con un altro ruolo, nel mondo del calcio?
"Non ho particolari progetti. Al momento lavoro ad Avellino, e questo mi ha anche aiutato a passare la crisi depressiva iniziale che stava prendendo piede. Adesso sto bene e mi piace il lavoro che faccio. Di questo ringrazio Dio, ma soprattutto chi mi ha dato la possibilità di lavorare e di provvedere alla mia famiglia. A queste persone sarò per sempre riconoscente. Non riuscirei più a vivere nel mondo del calcio attuale. Anche se mi piacerebbe allenare i bambini. E penso di essere abbastanza bravo, perché mio figlio - sorride - calcia già con entrambi i piedi".

La passione del calcio la porta sempre a tenere gli occhi puntati sui nuovi talenti del suo territorio. Recentemente, infatti, il giovane Bruno (portiere classe 2000) è passato al Benevento. C'è il suo zampino sul trasferimento in terra sannita del talento proveniente dalla Scuola Calcio Azzurra di Grottaminarda?
"Non faccio l'osservatore, ma credo che la mia provincia, quella di Avellino, sia poco battuta oggi. Per questo motivo molti talenti non hanno possibilità di emergere. Ho avuto la fortuna di conoscere talent scout come Antonio Negri e di scoprire la reltà della scuola calcio Azzurra ottimamente organizzata. Per quanto riguarda il giovane Bruno, non ho nessun merito. E' dipeso tutto dalle qualità del ragazzo. Sono felice che sia andato a Benevento, perché approda in una società seria".

Intervista a cura di Gianluca Pepe

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