martedì 15 ottobre 2013

SPECIALE - Dove e quanto si punta sui giovani nei principali campionati europei












Un vecchio saggio potrebbe asserire che le statistiche sono buone solo per i matematici e quindi difficilmente applicabili al gioco del calcio. Uno sport dove si gioca con i piedi e si usa una sfera è tutto, tranne che una scienza esatta. Tuttavia le statistiche aiutano a capire tante cose.  E proprio dagli odiati numeri, anche nel calcio si cercano le idee per programmare il futuro.

Sempre più spesso si parla di mancanza di un ricambio generazionale nel calcio italiano, del fatto che i giovani faticano a trovare spazio in Serie A e che all'estero "è differente". Ma è realmente così?
Analizzando i cinque principali tornei europei (Serie A, Ligue 1, Bundesliga, Liga e Premier League) - prendendo in esame l'impiego dei giovani che non hanno compiuto ancora 24 anni e che sono scesi in campo per almeno il 60% dei minuti - sono usciti interessati dati su cui riflettere.  


*=età sono aggiornate al 14-10-2013; Dati relativi ai soli campionati

**= torneo a 18 squadre

La Germania, nonostante la Bundesliga abbia sole 18 squadre partecipanti, ha il più alto numero di giocatori che hanno giocato almeno il 60% delle gare fin qui. Quindi i titolari fissi, o quasi. L’Italia è all'ultimo posto della classifica, con una media di 1,45 giocatori per squadra, mentre in Germania il dato è di poco inferiore ai 3 per squadra. Praticamente il doppio.


Predominanza di giocatori locali

L’Italia non si discosta molto dai valori di Inghilterra e Spagna, tuttavia in questi paesi la predominanza di giocatori locali è nettamente più alta che in Italia. Fra i 29 giovani impegnati in Serie A, solo 12, meno della metà, sono italiani, mentre in Spagna ed Inghilterra le percentuali sono del 64% e 54%.

**=torneo a 18 squadre
***=E' stato incluso Jorginho (Verona) in quanto in possesso di doppio passaporto (Italiano/Brasiliano)
Quindi, non solo in Italia c’è la tendenza a dar poco spazio ai giovani, ma la maggior parte di quelli che ha la possibilità di giocare è straniera. Ovviamente nessun regolamento impone obblighi di alcun tipo e se un giocatore italiano non è tecnicamente in grado di competere in Serie A è giusto che maturi in Serie B o in altre categorie inferiori.

Ma questo naturalmente crea problemi, in primo luogo a livello di Under-21, e soprattutto rallenta il ricambio generazionale di cui la nostra Nazionale avrebbe bisogno, se non subito, nel giro di un paio d'anni. Diminuendo la competitività si abbassa il valore tecnico ed è più difficile per un giovane farsi largo, specialmente quando chiamato all'azione in palcoscenici importanti, come quelli delle Coppe Europee.

E’ giusto ricordare che, complici alcuni infortuni, alcune squadre non hanno potuto contare fin qui sui suoi giovani migliori (vedi il Milan con El Shaarawy e De Sciglio, l’Arsenal con Oxlade-Chamberlain, il Borussia Dortmund con Gündongan oppure il Bayern con Gotze e Thiago Alcantara), ma ciò non avrebbe comunque influito sul trend generale.


Belgi e brasiliani i più esportati all'estero


In Germania, i giovani non hanno bisogno di emigrare  visto che in Bundesliga gli vengono concesse le opportunità che meritano: così è normalissimo che un solo tedesco giochi all’estero (Schürrle con il Chelsea). 
Stesso discorso può valere per l’Inghilterra, anche se gli inglesi hanno storicamente preferito essere profeti in patria. Tuttavia considerato il volume di affari ed il tasso tecnico della Premier League, il fatto che i giovani inglesi continuano a trovare spazio è rimarcabile . E la maggior parte di loro è già presente nella nazionale maggiore, mentre fra gli italiani solo Insigne, Verratti e Florenzi possono considerarsi facenti parte del gruppo degli Azzurri.

Da segnalare la clamorosa ascesa del Belgio, testimoniata dalla recente qualificazione ai Mondiali e da ben sei giovani titolari nei massimi campionati europei: Cavanda (Lazio), Benteke (Aston Villa), Hazard (Chelsea), Courtouis (Atletico Madrid), Casteels (Hoffenheim) e Ferreira Carrasco (Monaco). E nella lista andrebbe aggiunto anche Lukaku (Everton), in prestito dal Chelsea) che però fin qui ha giocato meno del 60% delle partite con i Toffies. Degli "italiani all'estero" solo tre sono protagonisti con le proprie squadre : il sopracitato Verratti (PSG),  Santon (Newcastle) e Caldirola (Werder Brema).

Tolosa e Norimberga non sono paesi per vecchi

Il Tolosa è la squadra con più giovani impiegati in assoluto, ben 6. C'è tutto e di più. Il portiere Ahamada (22), il difensore serbo Spijac (20) e il suo compagno di reparto, l'ivoriano Aurier (20), il terzino sinistro della Guinea, Sylla (19) e gli attaccanti Ben Yedder (23) e Braithwaite (22, danese). Stesso numero per la squadra tedesca del NorimbergaPlattenhardt (21, terzino sinistro) , Stark (18, centrocampista), Ginczek (22, attaccante), Kiyotake (23, trequartista giapponese), Chandler (23, terzino destro statunitense) e Drnic (21, esterno sinistro svizzero di origini croate) gli elementi schierati fin qui. 

In Spagna il Celta Vigo ha invece gettato nella mischia cinque elementi under-24 nella sua formazione base (Rafinha Alcantara, David Costas, Toni, Fontas e Hugo Mallo) mentre in Inghilterra è l'Aston Villa la squadra dove i giovani trovano via libera. Dato avvalorato ulteriormente dall'età media della squadra, 24,6 anni, la più bassa della Premier League. Alla corte di Lambert giocano infatti Benteke (Belgio), Westwood, Weimman (Austria), Luna (Spagna) e Delph.
Nel campionato italiano la squadra che mette più giovani in campo è la Sampdoria con 4 (Gabbiadini, Obiang, Mustafi, Kristicic) seguita da Roma (Strootman, Florenzi e Pjanic), Livorno (Bardi, Mbaye, Ceccherini), Torino (Elkaddouri, Immobile, Darmian) ed Udinese (Allan, Gabriel Silva, Badu) con 3. 


Come si comportano le "big" della Champions League



Anche prendendo in esame le squadre impegnate in Champions League, il confronto con il resto dell’Europa è spietato nei nostri confronti. Solo Verratti ed Insigne sono in classifica ma la loro inesperienza è palese nei confronti di mostri sacri come Wilshere, Ramsey, Kross, Alaba, Jones, De Gea, Hazard e Oscar. Giovani, ma veterani allo stesso tempo, visti gli anni di Champions alle spalle. Da noi solo Balotelli, il nostro giovane più forte, può competere per esperienza e valore a livello mondiale - il centravanti del Milan non è stato conteggiato nella classifica in quanto impiegato meno del 60%.
Da notare anche che il Borussia Dortmund non ha nessun Under-23 di spicco nella lista, ma va precisato che Klopp, nella sua formazione base, può contare su 7-8 elementi di 24 e 25 anni, nonché sull'infortunato Gündongan (22). Quindi non è assolutamente una squadra vecchia. Anzi.

Numeri a parte, il trend applicato in questo inizio di campionato è chiaro. In Italia si fatica a dare spazio ai giovani. Forse per scarsa qualità dei giocatori usciti di recente dai nostri settori giovanili, o per mancanza di coraggio da parte di allenatori e società. Oppure per entrambi i motivi. Ma ci sono ancora più di 2/3 di campionato da giocare e c'è tempo per invertire la tendenza. Sempre che ci sia qualcuno intenzionato ad invertila, naturalmente.

@JuriGobbini

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